COLLOQUIO «LA FORMAZIONE DI POLIZIA IERI, OGGI E DOMANI» – 2 DICEMBRE 2021 (ONLINE)

Nel quadro del 75° anniversario della sua fondazione, l’Istituto Svizzero di Polizia (ISP), con sede a Neuchâtel, ha organizzato un colloquio online trilingue che ha affrontato gli sviluppi, le sfide, le buone pratiche e le innovazioni nell’ambito della formazione di polizia. L’obiettivo dell’evento era gettare un ponte tra scienza e polizia, tra chi esercita la professione di polizia e chi conduce ricerche su questa professione. Hanno partecipato alla conferenza specialisti svizzeri ed esperti internazionali.

Le presentazioni dei relatori, oltre a documenti complementari, sono disponibili su questa pagina per il download.

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PROGRAMMA

  • 08:45 – 09:15
    Apertura della conferenza e introduzione Stefan Blättler | Stefan Aegerter
    08:45 – 09:15
    Moderazione delle sessioni plenarie

    CECILIA STEBLER (Istituto Svizzero di Polizia)

    relatori
    STEFAN BLÄTTLER (Polizia cantonale Berna, Istituto Svizzero di Polizia)

    Stefan Blättler ha studiato alla facoltà di diritto ed economia dell’Università di Neuchâtel, laureandosi dottore in giurisprudenza (Dr. iur.) nel 1987. Nel 2006 ha integrato la Polizia cantonale Berna nella funzione di comandante, ruolo che ricoprirà fino alla fine del 2021. Oltre ai compiti nel suo corpo di polizia, Stefan Blättler è membro di diversi organismi e commissioni a livello nazionale e internazionale. Ad esempio, è stato Presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS) e, fino alla fine di quest’anno, è Presidente del Consiglio di fondazione dell’ISP. È inoltre docente all’Institut für Strafrecht und Kriminologie (Istituto di diritto penale e criminologia) dell’Università di Berna.

    STEFAN AEGERTER (Istituto Svizzero di Polizia)

    Stefan Aegerter ha concluso nel 2004 l’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo. Dopo essere stato impiegato come ufficiale di professione, nel 2016 ha integrato l’Istituto Svizzero di Polizia, a Neuchâtel, dove è vicedirettore dal 2020; fino a fine 2021 ricopre la carica di Direttore ad interim. Membro della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), è responsabile di progetto CGF 2020 e, ad esempio, siede nel comitato strategico del Geneva Center for Security Policy di Ginevra e nella direzione di progetto del DAS Modern Policing della Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW). È presidente delle commissioni d’esame nazionali «Agente di polizia con attestato professionale» e «Agente di polizia con diploma federale». Nello stato maggiore del Governo nazionale, occupa la funzione di sottocapo di stato maggiore della pianificazione con grado di colonnello.

  • 09:15 – 09:45
    relazione L’ISP al servizio della formazione di polizia: Ieri, oggi e domani cyril amberg
    09:15 – 09:45
    Riassunto

    Durante i suoi 75 anni di esistenza, l’Istituto Svizzero di Polizia (ISP) ha vissuto una crescita e un ampliamento delle sue prestazioni al servizio delle polizie svizzere. Non si è tuttavia trattato di uno sviluppo lineare, ed è dunque possibile identificare diverse fasi. Sulla base di fonti esterne e degli archivi giornalistici dei quotidiani neocastellani, questa relazione mira a evidenziare dette fasi e a identificare le costanti che hanno segnato la storia dell’Istituto sin dai suoi albori. Oltre alla formazione continua, sua attività principale, l’ISP ha sviluppato diverse altre prestazioni legate alla formazione, che hanno assunto vari ruoli e livelli di importanza nel corso degli anni. Parallelamente, la graduale trasformazione digitale interessa ormai tutti gli ambiti delle prestazioni proposte. Oggi e in prospettiva futura, l’Istituto si trova dinnanzi a nuove sfide e a nuove aspettative legate al suo ruolo di centro nazionale per la formazione delle polizie.

     

    relatore
    CYRIL AMBERG (Istituto Svizzero di Polizia)

    Cyril Amberg è attualmente membro della Direzione dell’Istituto Svizzero di Polizia (ISP), in cui è capo del settore «Ricerca, Insegnamento, CentreDoc, Servizio linguistico» dal 2020. Titolare di una licenza e di un diploma di studi approfonditi in relazioni internazionali (specializzazione: diritto internazionale) del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, a partire dal 2011 ha ricoperto diverse funzioni all’interno dell’ISP, dopo aver lavorato all’inizio della sua carriera negli ambiti della cooperazione internazionale e della traduzione. È inoltre caporedattore di format magazine - Rivista di formazione e di ricerca di polizia dal 2017; dal 2013 rappresenta l’Istituto all’interno dell’Assemblea generale della rete FRANCOPOL.

  • 09:45 – 10:15
    RELAZIONE Verità (ri)costruite: ripercussioni delle distorsioni cognitive nel lavoro di polizia ed efficacia delle controstrategie Franziska Hofer | Martin Lory
    09:45 – 10:15

    Riassunto

    Conformemente all’art. 139 CPP, lo scopo delle indagini penali è l’accertamento della verità. L’art. 306 CPP impone alla polizia di accertare i fatti. Ma in quale misura è possibile farlo in maniera obiettiva? Qual è la realtà e quali errori si potrebbero commettere? Le norme ISO IEC 17020 e 17025 stabiliscono le esigenze di imparzialità e il modo in cui gestire le distorsioni cognitive (bias). Rispettare queste esigenze non è facile. In situazioni di grande incertezza o complessità, il cervello fa ricorso alle euristiche. Da un lato, queste ultime permettono di semplificare situazioni complesse e, a seconda dei casi, possono quindi essere d’aiuto; dall’altro, aprono anche la porta a possibili distorsioni. È necessario mettere in atto diverse misure per ridurre le ripercussioni di queste distorsioni. Il presente articolo riassume lo stato attuale della ricerca scientifica su questo tema, offre una breve panoramica sulla formazione continua «Rekonstruierte Wahrheiten» (verità ricostruite) e discute gli approcci utili a contrastare le distorsioni.

     

    RELATORI
    FRANZISKA HOFER (brainability)

    Franziska Hofer è una psicologa cognitiva ed esperta di human factors. Dopo il dottorato ottenuto nel 2006, ha partecipato alla costituzione del settore Forschung & Entwicklung (Ricerca e sviluppo) della Flughafenpolizei (polizia aeroportuale), Polizia cantonale Zurigo, e ha avviato nonché diretto molteplici progetti di ricerca applicata legati all’aviazione civile (ad esempio sui temi della rilevazione di comportamenti, menzogne e del riconoscimento facciale). Inoltre ha collaborato a diversi gruppi di lavoro e organismi internazionali nell’ambito dell’aviazione civile. Parallelamente, è attiva nell’insegnamento in diverse scuole universitarie e pubblica regolarmente in diverse riviste specialistiche internazionali. È cofondatrice e partner di brainability GmbH, un’agenzia volta a sviluppare il potenziale di persone e organizzazioni. Offre formazioni sulla presa di decisioni in situazioni di incertezza, sulla rilevazione dell'inganno e sulla gestione di conflitti.

    MARTIN LORY (Forensisches Institut Zürich)

    Martin Lory è cresciuto nel Cantone di San Gallo. Dopo aver studiato ingegneria elettronica all’ETH di Zurigo, ha ottenuto un dottorato nel settore del calcolo delle reattanze subtransitorie dei turbogeneratori con il metodo degli elementi finiti. Figlio di uno psicologo e mosso dal desiderio di studiare qualcosa di concreto, da 24 anni mette le sue conoscenze tecniche al servizio della polizia scientifica presso l’Istituto forense di Zurigo (FOR), in qualità di responsabile di dipartimento (incendi, armi da fuoco, taser). Ha quattro figli adulti e vive a Zurigo. A 56 anni ha seguito una formazione continua all’ETH in materia di statistica applicata. È da sempre affascinato dal funzionamento del cervello umano e proprio questo interesse lo ha spinto a iniziare questa formazione continua.

  • 10:15 – 10:30
    Pausa
  • 10:30 – 11:00
    RELAZIONE Migliorare il trasferimento nella formazione orientata alle soft skills all’interno della polizia olandese Jolanda A. Botke
    10:30 – 11:00

    Riassunto

    Le cosiddette «soft skills» sono sempre più importanti per portare a termine con successo le proprie attività e le organizzazioni investono grandi somme di denaro per formare i propri collaboratori in questo ambito. Tuttavia, è spesso difficile valutare l’efficacia di tali formazioni. La ricerca mostra che, dopo una formazione orientata alle soft skills, il trasferimento mostra i suoi risultati in un processo graduale: si inizia con essere motivati a trasmettere le conoscenze per poi passare all’applicazione di nuove competenze, che può a sua volta tradursi in un miglioramento delle performance. Inoltre, la ricerca attuale ha rivelato che, per ottenere informazioni sull’efficacia del trasferimento, è essenziale essere precisi riguardo al tipo, al contesto e al periodo di performance (occorrenza e misura): il carattere ampio delle soft skills può infatti condurre a numerosi tipi di risultati in altrettanti contesti differenti (anche risultati non desiderati). In ogni fase del processo vi possono essere ostacoli al trasferimento, che è necessario rimuovere o minimizzare per garantire gli esiti sperati.

     

    RELATRICE
    JOLANDA A. BOTKE (Tilburg University/Pelikaan Performance Advies)

    Jolanda Botke (1967) ha studiato tecnologie dell’educazione all’Università di Twente e ha lavorato come consulente e responsabile di programma. Nel 2014 ha iniziato un dottorato alla Vrije Universiteit Amsterdam sul trasferimento della formazione in materia di soft skills. Per quanto riguarda la ricerca, ha collaborato strettamente con l’Accademia di polizia dei Paesi Bassi. Attualmente, è docente all’Università di Tilburg e consulente pedagogica presso la sua agenzia «Pelikaan Performance Advies». In entrambi i casi, continua il suo lavoro sul trasferimento nelle formazioni. Sosterrà la sua tesi di dottorato il 18 novembre 2021.

  • 11:00 – 11:30
    RELAZIONE Competenze psicosociali alla polizia per affrontare l’aggressività e il rifiuto Raoul Jaccard
    11:00 – 11:30
    Riassunto

    Da un continente all’altro, le polizie affrontano realtà completamente diverse. Le violenze o le discriminazioni perpetrate dalla polizia dall’altra parte del globo suscitano indignazione e reazioni all’interno dei nostri confini. In una società che reclama libertà individuali ed espressione di sé, dove i social media agiscono come amplificatore per qualsiasi tipo di opinione, le polizie hanno un ruolo di primo piano. Alcuni cittadini esprimono giudizi spicci e fanno di tutta l’erba un fascio. Media e politici si appropriano dell’argomento per chiedere spiegazioni. In questo contesto sempre più sensibile, i nostri corpi di polizia hanno un dovere di trasparenza e di chiarimento. Da un lato, possono cogliere l’occasione per spiegare come affrontano queste sfide; dall’altro, possono riflettere ai potenziali di sviluppo. In questa relazione si affrontano tre ambiti sui quali i corpi di polizia lavorano allo scopo di assicurare un buon livello di competenze psicosociali di polizia: il reclutamento, la formazione e il coaching.

     

    RELATORE
    RAOUL JACCARD (Polizia Neuchâtel)

    Da un continente all’altro, le polizie affrontano realtà completamente diverse. Le violenze o le discriminazioni perpetrate dalla polizia dall’altra parte del globo suscitano indignazione e reazioni all’interno dei nostri confini. In una società che reclama libertà individuali ed espressione di sé, dove i social media agiscono come amplificatore per qualsiasi tipo di opinione, le polizie hanno un ruolo di primo piano. Alcuni cittadini esprimono giudizi spicci e fanno di tutta l’erba un fascio. Media e politici si appropriano dell’argomento per chiedere spiegazioni. In questo contesto sempre più sensibile, i nostri corpi di polizia hanno un dovere di trasparenza e di chiarimento. Da un lato, possono cogliere l’occasione per spiegare come affrontano queste sfide; dall’altro, possono riflettere ai potenziali di sviluppo. In questa relazione si affrontano tre ambiti sui quali i corpi di polizia lavorano allo scopo di assicurare un buon livello di competenze psicosociali di polizia: il reclutamento, la formazione e il coaching.

  • 11:30 – 12:00
    DISCUSSIONE E CONCLUSIONE DELLA MATTINATA
  • 12:00 – 13:00
    Pausa
  • 13:00 – 14:20
    Workshop 1 Cooperazione e scambio di buone pratiche (FR/DE) Patrice Cardinal | Jürg Bissegger | Sébastien Jaquier
    13:00 – 14:20
    MODERAZIONE: Dilini Jeanneret (Istituto Svizzero di Polizia), Sarah Tschan (Istituto Svizzero di Polizia)
    FRANCOPOL : RUOLO E PROGETTI DELLA RETE

    Riassunto

    La rete internazionale francofona di formazione di polizia (FRANCOPOL) è un organismo di concertazione e di cooperazione che ha la missione di favorire lo scambio delle buone pratiche, delle ricerche e delle riflessioni in ambito di formazione e di know-how di polizia. La rete raggruppa circa 60 organizzazioni provenienti da una ventina di Paesi nello spazio francofono, con in comune la volontà di associarsi per condividere e fare emergere le nuove tendenze ispirate alle buone pratiche di polizia. La rete conta dieci comitati tecnici che lavorano alla realizzazione di progetti e collaborazioni in ambiti d’azione ben definiti, quali il comportamento di polizia, il cybercrime e la lotta alle violenze sui minori e sulle donne, solo per citarne alcuni. Dal 2008, FRANCOPOL ha realizzato diversi ambiziosi progetti. Che si tratti della redazione di diverse opere di riferimento o dello sviluppo e della diffusione di formazioni sul terreno, FRANCOPOL mostra una chiara volontà di cooperare e permettere lo scambio di buone pratiche tra i diversi attori francofoni del settore di polizia.

    PATRICE CARDINAL (FRANCOPOL)

    Agente di polizia alla Sûreté du Québec da oltre 21 anni, l’ispettore capo Patrice Cardinal ha potuto maturare esperienze in diversi ambiti di polizia, tra cui la sorveglianza del territorio, la prevenzione della criminalità, l’intelligence criminale e le misure d’urgenza. Ha ricoperto per diversi anni anche varie funzioni gestionali. Nominato Direttore delle comunicazioni e delle relazioni internazionali il 26 ottobre 2020, l’ispettore capo Cardinal ha assunto anche la funzione di Segretario generale di FRANCOPOL. Titolare di una laurea in gestione delle comunicazioni, in seno alla sua organizzazione gestisce ora le comunicazioni strategiche e le relazioni internazionali, oltre ai mandati relativi al patrimonio e al protocollo. In qualità di Segretario generale di FRANCOPOL, l’ispettore capo Cardinal si occupa in particolare di definire gli obiettivi strategici dell’organizzazione e promuovere lo sviluppo della collaborazione di polizia e il trasferimento delle competenze attraverso la rete.

    QUINDICI ANNI DI FORMAZIONE DI CONDOTTA COMUNE PER I PARTNER LUCI BLU DEL CANTONE

    Nel 2004, la Polizia cantonale Berna ha definito i processi per la gestione degli eventi. Questi processi definiscono chi ha quali responsabilità o compiti e in quali circostanze, nonché il modo in cui si deve svolgere la collaborazione con i partner della protezione della popolazione in occasione di eventi. Si tratta di processi che si basano sulla legge federale sulla protezione della popolazione e sulla protezione civile nonché sulle relative ordinanze; per quanto riguarda la gestione degli eventi, essi si applicano quindi anche per le nostre organizzazioni partner della protezione della popolazione (pompieri, servizi sanitari, protezione civile, care team, servizi tecnici, organi civili di condotta). È stato determinato che gli eventi devono essere coordinati dalla polizia, che deve eventualmente ingaggiare una persona responsabile per la totalità dell’intervento. Si è seguito il motto: «Formazione comune per eventi gestiti in comune!». Vengono pertanto offerti corsi comuni e consolidati nell’ambito della condotta degli interventi. Sono poi presenti centrali comuni d’allarme a livello cantonale a Biel e a Berna. I contenuti delle formazioni comuni vengono anche messi in pratica in comune e verificati costantemente attraverso interventi veri. Ciò permette di ottimizzare la formazione.

     

    JÜRG BISSEGGER (Polizia cantonale Berna)

    Dalla conclusione della sua formazione alla scuola di polizia nel 1987, Jürg Bissegger è attivo in diversi ambiti della Polizia cantonale Berna; attualmente è capo del coordinamento degli interventi. Nel quadro della sua funzione, è responsabile per le scuole di condotta, per le pianificazioni degli interventi, per le grandi esercitazioni e per il settore Seepolizei (polizia lacuale); prende inoltre parte a diversi gruppi di lavoro e progetti. È infine capo di stato maggiore dell’organo di condotta cantonale. Oltre all’esperienza professionale, Jürg Bissegger è titolare di un Certificate of Advanced Studies in «Condotta delle operazioni di polizia» (CAS CEP) e ha concluso una formazione di «Formatore con attestato professionale federale».

     

    LA RA&S E LA FORMAZIONE CONTINUA, DUE PILASTRI DELL’ILCE AL SERVIZIO DELLA FORMAZIONE DI POLIZIA

    La crescente complessità dei fenomeni criminali, in particolare per quanto riguarda gli sviluppi informatici, ha un impatto sul lavoro di polizia. Le conoscenze e competenze degli agenti devono evolvere al ritmo dello sviluppo di questi fenomeni. Reagire non basta; è fondamentale anticipare le evoluzioni. In questo contesto, i contributi dei lavori di ricerca sulle tematiche connesse al lavoro di polizia possono essere decisivi. Prevenzione, rilevazione e investigazione sono tre ambiti ben specifici della lotta contro la frode nei quali l’ILCE, da tempo, ha sviluppato diversi strumenti, anche formativi. A questi ambiti si aggiunge la perturbazione dei fenomeni criminali, quando risulta particolarmente difficile, se non impossibile, arrestare tali fenomeni. In collaborazione con diverse istituzioni, l’ILCE sviluppa strumenti che completano l’arsenale di mezzi volti a lottare contro i fenomeni criminali.

     

    SÉBASTIEN JAQUIER (ILCE)

    Decano dell’ILCE (Istituto di lotta contro la criminalità economica della Haute école de gestion Arc, HES-SO, Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale), Sébastien Jaquier è informatico di gestione ed economista aziendale. Titolare di un MAS LCE, è impegnato negli ambiti legati alla formazione di polizia in materia di criminalità economica e di cybercriminalità.

  • 13:00 – 14:20
    Workshop 2 Modelli della formazione di base di polizia (DE) Stefan Aegerter | Peter Lamplot | Micha Fuchs | Albin Muff
    13:00 – 14:20
    MODERAZIONE: Anojen Kanagasingam (Istituto Svizzero di Polizia), Christiane Stieger (Istituto Svizzero di Polizia)
    «CONCETTO GENERALE DI FORMAZIONE 2020» - ADATTAMENTO DEL SISTEMA DI FORMAZIONE DI BASE DI POLIZIA

    Nel quadro del Concetto generale di formazione (CGF) 2020, voluto dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP), la formazione di base di polizia è stata ripartita in due fasi susseguenti, ciascuna della durata di circa un anno. La prima fase della formazione si svolge presso le scuole di polizia e la seconda nei corpi di appartenenza. Al termine della prima fase della formazione (anno nelle scuole di polizia), gli aspiranti devono sostenere l’esame preliminare, il cosiddetto «esame della capacità operativa» (ECO). È necessario superare questo esame intermedio per iniziare la seconda fase della formazione (anno di pratica) nei corpi di appartenenza. Infine, a conclusione del secondo anno vi è l’esame principale, il cosiddetto «esame di professione» (EP). Entrambi gli esami si svolgono in tutta la Svizzera in condizioni uniformi. Nel quadro di questa riorganizzazione della formazione a livello contenutistico e strutturale, l’orientamento alle competenze operative assume particolare importanza. Si persegue infatti lo scopo di permettere agli agenti in formazione di eseguire compiti e attività lavorative di propria iniziativa, in modo mirato, corretto e flessibile.

     

    STEFAN AEGERTER (Istituto Svizzero di Polizia)

    Stefan Aegerter ha concluso nel 2004 l’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo. Dopo essere stato impiegato come ufficiale di professione, nel 2016 ha integrato l’Istituto Svizzero di Polizia, a Neuchâtel, dove è vicedirettore dal 2020; fino a fine 2021 ricopre la carica di Direttore ad interim. Membro della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), è responsabile di progetto CGF 2020 e, ad esempio, siede nel comitato strategico del Geneva Center for Security Policy di Ginevra e nella direzione di progetto del DAS Modern Policing della Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW). È presidente delle commissioni d’esame nazionali «Agente di polizia con attestato professionale» e «Agente di polizia con diploma federale». Nello stato maggiore del Governo nazionale, occupa la funzione di sottocapo di stato maggiore della pianificazione con grado di colonnello.

     

    IL SISTEMA DI FORMAZIONE DELLA POLIZIA AUSTRIACA

    La Sicherheitsakademie (SIAK, Accademia di sicurezza), settore I/9 del Ministero federale dell’interno della Repubblica d’Austria, è responsabile per la formazione di base e, in parte, continua della polizia austriaca. Le formazioni specializzate sono responsabilità dei corrispondenti servizi specializzati della polizia. La formazione di base della polizia austriaca, che dura 24 mesi, è organizzata dalla SIAK e si svolge nei 12 centri di formazione. Consiste in una parte teorica di 12 mesi, in uno stage di 3 mesi, in un’ulteriore parte teorica di 5 mesi seguita da un esame ufficiale e in una successiva fase pratica di 4 mesi in un ispettorato di polizia. Dopo il superamento di tutti gli esami determinanti per la formazione di base e il superamento dell’esame ufficiale di fronte a una commissione, viene insignito il titolo ufficiale di «ispettore». Per essere impiegati come responsabili, i candidati devono avere tre anni di esperienza in un’attività di condotta e superare una selezione. In seguito, possono partecipare a una formazione continua di nove mesi incentrata sul diritto, sulla formazione agli interventi e su quella di condotta. Dal 2006, la formazione per ufficiali si svolge a livello terziario presso i corpi di guardia della polizia federale: si tratta del bachelor «Polizeiliche Führung» (Condotta di polizia). Un’ulteriore possibilità di formazione continua per le forze di condotta del Ministero federale dell’interno è il master «Strategisches Sicherheitsmanagement» (Gestione strategica della sicurezza). La conclusione di questo corso di studi universitari è un requisito per ricoprire funzioni di alto rango in detto Ministero.

     

    PETER LAMPLOT (Sicherheitsakademie des österreichischen Bundesministeriums für Inneres)

    Peter Lampot ha 57 anni, è sposato e ha due figli. È un agente di polizia dal 1982; in un primo tempo ha concluso la formazione di base e ha lavorato come agente di pattuglia a Vienna. Dopo aver concluso la formazione da responsabile nel 1995, è stato capo unità nella polizia uniformata; dopo una formazione da funzionario direttore (allora di due anni) seguita dal 1998 al 2000, ha lavorato in diverse funzioni come ufficiale presso l’allora Bundespolizeidirektion (Direzione federale di polizia) di Vienna. Dal 2001, lavora presso il Ministero dell’interno, inizialmente come responsabile della formazione continua della polizia. Dopo la fondazione della Sicherheitsakademie (SIAK, Accademia di sicurezza) del Ministero dell’interno, organismo centrale per la formazione di base e continua dei collaboratori della polizia e del Ministero, ha ricoperto funzioni legate alla cooperazione internazionale nel settore della formazione di polizia. Alla SIAK, è stato creato anche un apposito «Zentrum für internationale Angelegenheiten» (Centro per gli affari internazionali), dove Lamplot ha occupato diverse funzioni; attualmente è sostituto direttore del Centro. Nel quadro della formazione continua di polizia in Austria, è anche docente di etica di polizia, lotta alla discriminazione, condotta e gestione di progetti.

     

    LE SFIDE PER LA FORMAZIONE DI POLIZIA A FRONTE DEI CAMBIAMENTI NELLA SOCIETÀ E DIGITALI. CONCETTI PROPOSTI DALLA POLIZIA BAVARESE

    Riassunto

    Il compito principale della formazione di polizia consiste nel preparare gli agenti in formazione alla loro futura professione e alle relative esigenze, in continuo cambiamento. In Baviera, la formazione di polizia del secondo livello di qualificazione è composta da tre livelli interdisciplinarmente interconnessi. La formazione di polizia di questo Land non si basa solo sulla trasmissione delle competenze professionali, ma anche sulle competenze operative e su quelle sociali. La pandemia di coronavirus ha evidenziato quanto sia necessario intervenire all’interno della formazione di polizia bavarese nell’ambito della digitalizzazione (ad esempio manuali di insegnamento e di apprendimento, formati delle lezioni). Oltre a presentare la formazione di base di polizia, la relazione approfondirà gli insegnamenti tratti e le decisioni già prese relativamente alla digitalizzazione generale della formazione di polizia e ai conseguenti cambiamenti metodico-didattici per le lezioni, per chi le segue e per il personale didattico.

     

    MICHA FUCHS (Bayerische Bereitschaftspolizei)

    Micha Fuchs lavora dal 2018 nel settore formazione di base e continua della Bereitschaftspolizei della Baviera. I suoi assi di lavoro prioritari concernono lo sviluppo metodico della formazione di polizia di base e la sua valutazione, soprattutto per quanto attiene alla digitalizzazione, alle performance durante gli esami e alla formazione continua del personale docente. Parallelamente all’attività professionale, Micha Fuchs è dottorando all’Università di Bamberg, dove si occupa di ricerca empirica nell’ambito della formazione. Prima di iniziare a collaborare con la polizia bavarese, Micha Fuchs ha studiato pedagogia e psicologia (B.A.) all’Università di Jena e scienze della formazione (M.A.) alla Freie Universität di Berlino. Ha inoltre lavorato per quattro anni come responsabile di seminari e consulente per adolescenti e giovani adulti. È consulente e coach sistemico certificato (Deutsche Gesellschaft für Systemische Therapie, Beratung und Familientherapie, DGSF).

    ALBIN MUFF (Bayerische Bereitschaftspolizei)

    Albin Muff coordina le funzioni pedagogiche specializzate in materia di formazione di base e continua presso la polizia bavarese. Ha studiato pedagogia e studi sociali e ha ottenuto un dottorato con tesi sull’istruzione attraverso l’esperienza. Recentemente ha lavorato a progetti scientifici in collaborazione con alcune università, ad esempio su temi come l’educazione fisica presso la polizia, l’efficacia delle esercitazioni volte agli interventi (con l’Università di Würzburg), il metodo Flipped Classroom nell’insegnamento del diritto (con la Technische Universität di Monaco) e la formazione continua sulla lingua ceca presso la polizia di frontiera (con l’Università Carolina di Praga).

  • 13:00 – 14:20
    Workshop 3 Controlli di persone, rilevazione di comportamenti, formazione di polizia (DE/EN) Signe Maria Ghelfi | Carla Fumagalli | Jos Kuppens | Franziska Hofer
    13:00 – 14:20
    MODERAZIONE: Cyril Amberg (Istituto Svizzero di Polizia), Cecilia Stebler (Istituto Svizzero di Polizia)
    CONTROLLARE ED ESSERE CONTROLLATI - IL VALORE DEL LAVORO DI POLIZIA FONDATO SU PROVE

    Le missioni della polizia sono disciplinate dalla legge, ma quali sono i meccanismi volti a valutare il lavoro della polizia? Spesso le buone pratiche sono giustamente basate sull’esperienza piuttosto che su dati obiettivi, anche se si rischia di lasciarsi sfuggire delle opportunità. Ad esempio, il concetto di imprevedibilità si basa sul carattere aleatorio, ma necessita comunque di un quadro sistematico per essere meno soggetto a tendenze umane naturali quali la routine e i pregiudizi. All’aeroporto di Zurigo, la Polizia cantonale ha integrato l’imprevedibilità nella metodologia della sicurezza, effettuando ad esempio una serie di controlli aleatori. Al fine di fornire dati e identificare possibili lacune, abbiamo svolto un sondaggio online e, sulla base dei suoi risultati, abbiamo sviluppato uno strumento in stretta collaborazione con gli agenti attivi sul terreno. Lo studio mostra l’importanza di una valutazione oggettiva e il vantaggio di un lavoro di polizia sistematico non solo per aiutare gli agenti a sviluppare capacità di riflessione critica sul lavoro, ma anche fornendo informazioni che possono confluire nella formazione.

     

    SIGNE MARIA GHELFI (Polizia cantonale Zurigo/fedpol)

    Signe Maria Ghelfi, Dr. sc. ETH, dirige il settore Forschung & Entwicklung (Ricerca e sviluppo) della Polizia cantonale Zurigo – Flughafenpolizei (Polizia aeroportuale). Ha studiato psicologia sociale, demologia e storia all’Università di Zurigo e ha un dottorato del Politecnico Federale di Zurigo (ETH) nel settore della psicologia delle decisioni e dei comportamenti. Del suo lavoro, la affascinano le relazioni con i diversi gruppi di interesse, la volatilità e la complessità dei temi trattati. Signe coordina e dirige progetti applicati di ricerca e consulenza relativi a diversi aspetti della sicurezza aeroportuale, degli human factors e della psicologia di polizia. Ad esempio, sostiene il transfer scientifico dalla ricerca verso il programma di ASPECT e rappresenta la Svizzera in gruppi di lavoro internazionali. Inoltre, ricopre un ruolo consultivo relativamente allo sviluppo e all’ottimizzazione della sicurezza aeroportuale (anche dei processi aziendali e organizzativi), alla valutazione di nuove tecnologie e al controllo della qualità.

    CARLA FUMAGALLI ((Polizia cantonale Zurigo)

    Carla Fumagalli è collaboratrice scientifica presso il servizio Forschung & Entwicklung (Ricerca e Sviluppo) della Polizia cantonale Zurigo – Flughafenpolizei (Polizia aeroportuale). Si è interessata molto presto alle tematiche della psicologia di polizia e giuridica e, oltre alla psicologia, ha studiato criminologia e diritto penale. In qualità di collaboratrice a tempo parziale di un fornitore di servizi di sicurezza privata, ha raccolto una prima esperienza nel settore e, una volta terminato gli studi, ha svolto uno stage nell’ambito della perizia medico-legale e psichiatrica. Tra i temi oggetto di studio, Carla Fumagalli si concentra sulle valutazioni dei rischi e della credibilità, nonché sulla psicologia clinica e la psicologia della personalità. Attiva da anni su diversi progetti presso la Polizia cantonale di Zurigo, ha approfondito anche tematiche legate alla sicurezza aerea e alla polizia, quali l’imprevedibilità e, in particolare, la rilevazione di comportamenti. Nel suo lavoro, apprezza la varietà dei temi trattati, la stretta connessione con la pratica e il contesto internazionale.

    RICERCHE SULLE DISCRIMINAZIONI E SUL RACIAL PROFILING DA PARTE DELLA POLIZIA OLANDESE
    JOS KUPPENS (Bureau Beke)

    Jos Kuppens lavora dal 2005 in qualità di ricercatore senior presso Bureau Beke, un'agenzia di ricerca criminologica con sede a Arnhem (Olanda) che collabora frequentemente su incarico del Ministero della giustizia, della polizia o dei comuni. Sociologo di formazione, Jos Kuppens si è specializzato nel corso degli anni in criminologia.

    ASPECT® – RILEVAZIONE DI COMPORTAMENTI: QUANDO SCIENZA E PRATICA VANNO DI PARI PASSO

    Uno dei compiti principali della polizia è riconoscere tempestivamente le cattive intenzioni e i comportamenti sospetti. A questo scopo, la Polizia cantonale Zurigo ha sviluppato la formazione «Analysing Suspicious Persons and Cognitive Training» (ASPECT®). Poiché i meccanismi cognitivi legati al riconoscimento dei comportamenti sono oggetto di ricerca da relativamente poco tempo, circa dieci anni fa, la Polizia cantonale Zurigo ha avviato un proprio progetto di ricerca interdisciplinare in collaborazione con l’Università di Zurigo. Da allora, alcuni specialisti lavorano a stretto contatto con i ricercatori per sviluppare continuamente i contenuti. Questa relazione d’apertura offre una panoramica sul contesto in cui si inserisce la ricerca su ASPECT® e sulle sfide che deve affrontare.

     

    FRANZISKA HOFER (brainability)

    Franziska Hofer è una psicologa cognitiva ed esperta di human factors. Dopo il dottorato ottenuto nel 2006, ha partecipato alla costituzione del settore Forschung & Entwicklung (Ricerca e sviluppo) della Flughafenpolizei (polizia aeroportuale), Polizia cantonale Zurigo, e ha avviato nonché diretto molteplici progetti di ricerca applicata legati all’aviazione civile (ad esempio sui temi della rilevazione di comportamenti, di menzogne e del riconoscimento facciale). Inoltre ha collaborato a diversi gruppi di lavoro e organismi internazionali nell’ambito dell’aviazione civile. Parallelamente, è attiva nell’insegnamento in diverse scuole universitarie e pubblica regolarmente in diverse riviste specialistiche internazionali. È cofondatrice e partner di brainability GmbH, un’agenzia volta a sviluppare il potenziale di persone e organizzazioni.

     

    SIGNE MARIA GHELFI (Polizia cantonale Zurigo/fedpol)

    Signe Maria Ghelfi, Dr. sc. ETH, dirige il settore Forschung & Entwicklung (Ricerca e sviluppo) della Polizia cantonale Zurigo – Flughafenpolizei (Polizia aeroportuale). Ha studiato psicologia sociale, demologia e storia all’Università di Zurigo e ha un dottorato del Politecnico Federale di Zurigo (ETH) nel settore della psicologia delle decisioni e dei comportamenti. Del suo lavoro, la affascinano le relazioni con i diversi gruppi di interesse, la volatilità e la complessità dei temi trattati. Signe coordina e dirige progetti applicati di ricerca e consulenza relativi a diversi aspetti della sicurezza aeroportuale, degli human factors e della psicologia di polizia. Ad esempio, sostiene il transfer scientifico dalla ricerca verso il programma di ASPECT e rappresenta la Svizzera in gruppi di lavoro internazionali. Inoltre, ricopre un ruolo consultivo relativamente allo sviluppo e all’ottimizzazione della sicurezza aeroportuale (anche dei processi aziendali e organizzativi), alla valutazione di nuove tecnologie e al controllo della qualità.

  • 14:20 – 14:40
    Pausa
  • 14:40 – 16:00
    Workshop 4 Tecnologie al servizio della formazione di polizia (FR/DE) Birgit Harthum | Séolane Bouchoucha | Yvain Tisserand | Michaël Meyer
    14:40 – 16:00
    MODERAZIONE: Dilini Jeanneret (Istituto Svizzero di Polizia), Sarah Tschan (Istituto Svizzero di Polizia)
    I FORMATORI STANNO PER ESSERE SOSTITUITI? IL LORO RUOLO NELLA REALTÀ VIRTUALE

    SHOTPROS è un progetto di ricerca finanziato dall’UE (Horizon 2020, n° 833672) che si prefigge lo scopo di sviluppare un programma di esercitazione e un sistema di supporto in realtà virtuale, per permettere agli agenti di polizia di prendere le decisioni migliori a seconda delle situazioni, anche in contesti di stress. L’esercitazione virtuale basata su diversi scenari è sempre più interessante per la polizia e presenta chiari vantaggi: un risparmio di tempo, materiale e risorse sin dalla fase di preparazione, ma anche durante lo svolgimento dell’esercitazione. Grazie alle più moderne tecnologie, diventa sempre più semplice mostrare tutti gli avvenimenti in maniera audiovisiva durante l’esercitazione. Ciò comporta tuttavia un cambiamento nel ruolo degli istruttori. In teoria, il sistema può misurare tutto ciò che accade. Cosa resta da fare allora agli istruttori? Cercheremo di rispondere a questa domanda in una relazione di 15 minuti, illustrando successivamente in una discussione il contesto in cui si inserisce il progetto, e i relativi risultati.

     

    BIRGIT HARTHUM (SHOTPROS/USECON)

    Dopo aver studiato amministrazione aziendale alla Wirtschaftsuniversität di Vienna, Birgit Harthum ha lavorato per più di dieci anni nel settore dei software, occupandosi di management di prodotti. Il suo ambito principale di lavoro consisteva nel trasformare le idee in prodotti da immettere nel mercato e di garantire il loro successo a lungo termine; alternativamente, si occupava di sviluppare in modo strategico i prodotti già esistenti da anni. In questo lavoro, ha sempre dato molta attenzione alla mediazione tra utenti, persone incaricate delle decisioni e sviluppo. Proprio alla luce di questo ruolo, ha deciso di «passare dall’altra parte» e di occuparsi di consulenza strategica presso USECON. Qui, in quanto coordinatrice di progetto e business developer, è soprattutto responsabile di progetti strategici – la sua passione è il management di partner internazionali e multidisciplinari. USECON fornisce consulenza in materia di digitalizzazione e si percepisce come un anello di congiunzione tra mondo economico e mondo tecnologico nei temi della user experience e della customer experience. Nata come spin-off di un’università, USECON è attiva da più di 20 anni anche nella ricerca e si occupa dell’ambito multidisciplinare tra scienza, tecnologia e utenti finali.

    SVILUPPO DELLA REALTÀ VIRTUALE NELLA FORMAZIONE DI POLIZIA: PRIMI PASSI ALLA POLIZIA CANTONALE GINEVRA

    La realtà virtuale (RV) è una tecnologia emergente con numerose applicazioni. Le potenzialità dell’infrastruttura RV immaginabile all’interno di un corpo di polizia sono molteplici e contraddistinguono tutte le fasi della vita professionale in diversi contesti, quali il reclutamento, la formazione iniziale, la formazione continua, la formazione dei quadri, il debriefing o la mobilità interna. Dal 2017, la Polizia cantonale Ginevra (PCGE) e l’Università di Ginevra (UNIGE), nella fattispecie il Laboratoire de modélisation multimodale des émotions et du ressenti (MMEF lab) del Prof. David Rudrauf, si sono mostrate molto interessate a collaborare in materia di applicazione delle scienze affettive e della RV alla formazione delle professioni della sicurezza. Il centro di formazione della polizia e delle professioni della sicurezza (CFPS) e l’UNIGE hanno sviluppato il prototipo di uno strumento dedicato alla formazione in RV (2018–2020, finanziamento CFPS) su una base scientifica solida e innovativa, sotto la direzione tecnica del Dott. Yvain Tisserand (MMEF). Parallelamente, dal 2017, su questo tema sono state svolte sei tesi di Master. È attualmente in corso un dottorato che mira a capire meglio e a ottimizzare le reazioni degli agenti di polizia in situazioni di stress, le loro strategie di regolazione emotiva e il loro modo di prendere decisioni, in particolare quando si tratta del ricorso all’uso della forza. «Un allenamento psico-affettivo in realtà virtuale è adatto ad ottimizzare i comportamenti tattici degli agenti di polizia?» (Bouchoucha, 2019–); è questa la domanda della ricerca avviata nel 2019 per una durata di cinque anni. Suddivisa in tre studi, la ricerca si basa sull’allenamento del «drill du carré», durante il quale gli aspiranti devono rispondere nel miglior modo possibile a una minaccia. I primi risultati dello studio 1 saranno presentati con le fasi future e i limiti identificati. Infine, si dovrà confrontare l’efficacia dell’allenamento in RV rispetto all’allenamento classico e valutare l’efficacia dei metodi negli scenari tipici del mestiere di polizia.

     

    SÉOLANE BOUCHOUCHA (Polizia cantonale Ginevra)

    Titolare di un Master in psicologia del lavoro e delle organizzazioni (Università di Neuchâtel, 2014), Séolane Bouchoucha lavora come psicologa presso la Polizia cantonale Ginevra dal 2015 (reclutamento, formazione, aiuto e sostegno, sviluppo di progetti). Formata in psicologia d’urgenza, è attiva come operatrice (AVP Police) al servizio della popolazione, su chiamata della Polizia municipale di Losanna. Dal 2016, insegna psicologia all’Académie de police di Savatan e partecipa allo sviluppo dell’ambito «Transfert», che ha l’obiettivo di applicare la psicologia agli scenari di intervento della polizia. È questa esperienza alla scuola di polizia che ha alimentato il suo interesse per l’analisi delle situazioni, per la presa di decisioni e per la regolazione emotiva in situazioni ambigue negli aspiranti e negli agenti di polizia. Dal 2018, è dottoranda in psicologia presso il laboratorio MMER dell’UNIGE. Responsabile dal 2018 della cellula PSYAU, ossia degli psicologi presenti alle audizioni di bambini vittime di reati gravi (EVIG), ne assicura il coordinamento in collaborazione con gli agenti di polizia EVIG. Dal 2019, è responsabile dell’attuazione del programma di formazione TOPÒ (tecniche di ottimizzazione del potenziale) presso il suo corpo di polizia.

     

    YVAIN TISSERAND (Università di Ginevra)

    Il Dott. Yvain Tisserand è attualmente maître-assistant all’Università di Ginevra, al Laboratoire de modélisation multimodale des émotions et du ressenti (MMEF lab), presso il Centro svizzero delle scienze affettive (CISA). Ha studiato informatica grafica all’Università di Ginevra e ha ottenuto un dottorato in informatica sotto la guida della Prof. Nadia Magnenat-Thalmann (MIRALab/UNIGE) nel 2018. Le sue ricerche attuali vertono sulla creazione di umani virtuali emozionali, per gli esperimenti di realtà virtuale, e sulla creazione di strumenti applicati che gli permettano di mettere le proprie competenze in informatica grafica al servizio di diversi ambiti, quali la riduzione del dolore nei bambini alle urgenze pediatriche e la creazione di strumenti immersivi volti a sensibilizzare in materia di cambiamenti climatici. Dal 2018 è coinvolto nella concezione e nell’utilizzo di strumenti interattivi di simulazione in RV per la formazione delle forze dell’ordine. Ha creato diversi prototipi che permettono di testare l’utilizzo della RV in diversi contesti, quali il controllo in binomio delle persone nel contesto urbano e la messa in sicurezza di un parcheggio.

    VIDEO-RETEX : UN APPROCCIO FORMATIVO NELL’AMBITO DELLE BODYCAM AL SERVIZIO DEL FEEDBACK FONDATO SULLA PRATICA

    Riassunto

    Nel corso dell’ultimo decennio, le forze di polizia di molti Paesi si sono dotate di bodycam. La ricerca scientifica ha approfondito l’argomento e permette oggi di accompagnare le organizzazioni di polizia nella valutazione rigorosa di questa tecnologia. Si profilano tre promettenti piste: l’utilizzo delle bodycam come strumento di formazione, come supporto per i feedback sulle pratiche di polizia e come forma di capitalizzazione delle esperienze professionali. La componente coinvolgente delle immagini e dei suoni registrati offre infatti un valore aggiunto formativo per imparare e migliorare le pratiche di polizia. Viene presentato il cosiddetto approccio «Video-Retex™», sviluppato in collaborazione con diversi settori professionali attivi nei servizi di pronto soccorso (servizi di polizia, pompieri e ambulanzieri).

     

    MICHAËL MEYER (Università di Losanna)

    Michaël Meyer è sociologo e responsabile di ricerca al ColLaboratoire, unità di ricerca specializzata negli approcci applicati e partecipativi, presso l’Università di Losanna. I suoi lavori s’interessano alle trasformazioni contemporanee del lavoro e all’evoluzione dei gruppi professionali, con un interesse particolare per l’influenza delle nuove tecnologie e delle immagini digitali nelle pratiche professionali. Le sue ricerche hanno affrontato diversi aspetti della sicurezza pubblica, ad esempio le relazioni tra sfere di polizia e mediatiche, o anche la collaborazione tra agenti di polizia e operatori sanitari psichiatrici nella gestione di persone con disturbi mentali. In Svizzera, sul tema dell’innovazione nella polizia, tra il 2018 e il 2020 ha accompagnato l’attuazione e la valutazione del test delle bodycam nel Cantone di Vaud.

  • 14:40 – 16:00
    Workshop 5 Reclutamento e ingresso nella professione di polizia (DE/EN) Dirk Baier | Simon C. Hardegger | Marie-Louise Damen
    14:40 – 16:00
    MODERAZIONE: Cyril Amberg (Istituto Svizzero di Polizia), Cecilia Stebler (Istituto Svizzero di Polizia)
    CAMBIAMENTI NEL CORSO DEL PRIMO ANNO DI FORMAZIONE DI POLIZIA. RISULTATI DI UNO STUDIO PILOTA SVIZZERO

    La relazione presenta i risultati di uno studio svolto presso una coorte di aspiranti di una scuola di polizia svizzera (N = 85). Il primo questionario è stato svolto nel settembre 2020, il secondo un anno dopo. È stata raccolta una grande quantità di aspettative, esperienze, atteggiamenti e caratteristiche personali. La presentazione cerca di capire in quale misura il raffronto dei risultati dei due questionari rivelerà cambiamenti concernenti le risposte alle tematiche oggetto dello studio. Lo studio permette innanzitutto di esaminare l’importanza che le persone intervistate accordano a determinati elementi legati alla professione di polizia. In secondo luogo, permette di esaminare le caratteristiche inerenti alla polizia, quali lo sviluppo dell’impegno, dell’ambizione professionale o ancora la propensione al ricorso all’uso della forza. Infine, lo studio longitudinale verte su elementi di carattere più generale quali la soddisfazione verso la democrazia, la tolleranza e altri valori.

     

    DIRK BAIER (Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften)

    Dirk Baier ha svolto numerose ricerche su argomenti connessi alla polizia, ad es. sugli agenti di polizia vittime di aggressioni o sull’utilizzo delle bodycam. Inoltre, partecipa all’analisi di specifici fenomeni criminali, in particolare la violenza giovanile, la violenza domestica, l’estremismo e la tratta di esseri umani.

    FATTORE DI RISCHIO UMANO: UNO SGUARDO DALL’INTERNO

    Riassunto

    La reputazione, in particolare la percezione da parte della popolazione, è fondamentale per la credibilità e l’accettazione delle organizzazioni di sicurezza statali. Questo vale soprattutto per il monopolio dell’uso della forza da parte dello Stato e per le responsabilità e gli obblighi che ne scaturiscono. I comportamenti deliberatamente sbagliati e le azioni pregiudizievoli provenienti dall’interno, la cosiddetta insider threat (minaccia interna), sono particolarmente inopportuni e possono minare l’integrità dell’organizzazione e la qualità del lavoro. Nel quadro di una gestione globale del rischio, la diagnosi psicologica dei rischi nel contesto professionale è una valida possibilità per permettere, da un lato, di allontanare precocemente dall’organizzazione qualsiasi persona con tratti della personalità potenzialmente negativi (ad es. nel contesto della selezione di aspiranti agenti di polizia o neofiti nella professione di polizia con una responsabilità particolare legata alla loro funzione) e, dall’altro, di disporre di informazioni fondate circa l’affidabilità a lungo termine di una determinata persona in caso di avvenimenti particolari.

     

    SIMON C. HARDEGGER (Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften)

    Simon Carl Hardegger dirige da dodici anni il Zentrum Diagnostik, Verkehrs- & Sicherheitspsychologie (Centro diagnostica, psicologia del traffico e della sicurezza) all’Institut für Angewandte Psychologie (Istituto di psicologia applicata) della Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften. Oltre agli studi in psicologia, pedagogia e criminologia a Zurigo, lo psicologo ha concluso diverse formazioni continue nell’ambito dell’economia, del diritto, della gestione delle risorse umane, della mediazione e della comunicazione in contesti di crisi. Uno degli assi principali del suo lavoro è la diagnostica psicologica negli ambiti di applicazione della sicurezza, della condotta e del traffico, con particolare attenzione alla diagnostica psicologica dei rischi. In costante scambio con la sua ampia rete di esperti e di professionisti del mondo professionale, contribuisce a sviluppare continuamente la diagnostica psicologica facendo incontrare il mondo accademico e quello della pratica. Grazie ai risultati ottenuti tramite la ricerca e alle sue esperienze in imprese di consulenza nonché nei settori della sicurezza e dell’esercito, mette le sue competenze al servizio di diverse organizzazioni del mondo professionale.

    INTEGRARE LA POLIZIA: COME SELEZIONARE E PREPARARE I FUTURI AGENTI DI POLIZIA, UNO STUDIO COMPARATIVO EUROPEO

    Recruitment, Education and Careers in the Police (RECPOL, Reclutamento, istruzione e carriera nella polizia) è un progetto internazionale di ricerca comparativa che segue gli aspiranti di polizia nella fase iniziale della loro carriera, dall’inizio della formazione di polizia fino a parecchi anni dopo. Le domande principali poste dal progetto RECPOL erano: cosa contraddistingue il tipo di persone reclutate per il lavoro di polizia? In che modo la formazione di polizia e la socializzazione preparano queste persone alla professione? In che modo diversi sistemi di reclutamento e formazione di polizia influenzano gli atteggiamenti dei nuovi agenti di polizia rispetto al loro lavoro? Queste domande fondamentali vengono poste ad aspiranti di polizia in sette Paesi europei attraverso un’indagine longitudinale. In «The Making of a Police Officer: comparative perspectives on police education and recruitment» evidenziamo che gli aspiranti di polizia mostrano similitudini schiaccianti nonostante i diversi sistemi di formazione di polizia. Il contesto nazionale pare svolgere un ruolo più importante che il tipo di sistema di formazione di polizia. Questa presentazione fornisce maggiori informazioni sul progetto e sui suoi principali risultati, nonché sulle considerazioni metodologiche nei diversi Paesi.

     

     

    MARIE-LOUISE DAMEN (Norwegian Police University College)

    Marie-Louise Damen è Associate Professor in metodi di ricerca quantitativa presso il Norwegian Police University College. Studia la formazione di polizia e dirige il gruppo di ricerca Police Education, Learning Environment and Students (Formazione di polizia, ambiente di apprendimento e studenti). In qualità di sociologa, si interessa al modo in cui i divari sociali incidono sulla partecipazione socio-culturale alla formazione, alla protesta e all’arte. Da ottobre 2017 coordina il progetto di ricerca internazionale Recruitment, Education and Careers in the Police (RECPOL, Reclutamento, istruzione e carriera nella polizia). Insieme a Tore Bjørgo, ha pubblicato presso l’editore Routledge il volume «The Making of a Police Officer: Comparative Perspectives on Police Education and Recruitment».

  • 14:40 – 16:00
    Workshop 6 Formazione moderna dei quadri di polizia (DE/EN) Stefan Aegerter | Thomas Feltes | Astrid Klukkert | Vesa Huotari
    14:40 – 16:00
    MODERAZIONE: Anojen Kanagasingam (Istituto Svizzero di Polizia), Christiane Stieger (Istituto Svizzero di Polizia)
    «CONCETTO GENERALE DI FORMAZIONE» - ATTUAZIONE DI UNA STRATEGIA NAZIONALE PER LA FORMAZIONE DEI QUADRI E LA FORMAZIONE CONTINUA

    Cambiamento digitale e strutturale. Esigenze personali di sviluppo versus modello di carriera «prestabilito». Nuove aspettative legate alle competenze di leadership. Le mansioni di condotta e di management dei quadri di polizia sono cambiate enormemente negli ultimi anni. Nel mondo della polizia, quali caratteristiche deve avere una strategia nazionale di formazione continua e per dirigenti al fine di prendere in considerazione le nuove condizioni quadro? Cosa si intende con modularizzazione della formazione di polizia? Al centro del progetto, oltre allo sviluppo personale, vi sono gli interessi dei corpi di polizia e degli organismi di formazione (università, scuole universitarie, scuole universitarie professionali). Lo scopo è rilasciare certificati e attestazioni di competenza o di formazione che possano essere utilizzati nella sfera civile. Il progetto favorisce la comprensione comune della formazione di base e continua di polizia attraverso offerte di qualità e orientate alle competenze. Grazie a una dottrina nazionale, sostiene processi armonizzati e l’interoperabilità delle forze di polizia. Il coordinamento della formazione di condotta a tutti livelli (sottufficiale, sottufficiale superiore e ufficiale) e altre esigenze nell’ambito della specializzazione garantiscono l’armonizzazione di tutte le offerte, al di là delle barriere linguistiche.

     

    STEFAN AEGERTER (Istituto Svizzero di Polizia)

    Stefan Aegerter ha concluso nel 2004 l’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo. Dopo essere stato impiegato come ufficiale di professione, nel 2016 ha integrato l’Istituto Svizzero di Polizia, a Neuchâtel, dove è vicedirettore dal 2020; fino a fine 2021 ricopre la carica di Direttore ad interim. Membro della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), è responsabile di progetto CGF 2020 e, ad esempio, siede nel comitato strategico del Geneva Center for Security Policy di Ginevra e nella direzione di progetto del DAS Modern Policing della Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW). È presidente delle commissioni d’esame nazionali «Agente di polizia con attestato professionale» e «Agente di polizia con diploma federale». Nello stato maggiore del Governo nazionale, occupa la funzione di sottocapo di stato maggiore della pianificazione con grado di colonnello.

    FORMAZIONE CONTINUA ACCADEMICA PER AGENTI DI POLIZIA: IL «MODELLO DI BOCHUM»

    Questa relazione tratta della formazione e della formazione continua degli agenti di polizia in Germania. Verranno descritte varie strutture, diverse tra loro nel contesto del sistema federale, e si delineeranno una critica della formazione, sempre più isolata rispetto all’esterno, nonché delle relazioni di dipendenza che ne derivano e che portano a una subcultura di chiusura. Anche la trasmissione delle cosiddette soft skills, ad esempio la capacità di comunicare in modo adeguato in caso di conflitti, spesso viene lasciata in secondo piano, così come la trasmissione delle rilevanti conoscenze criminologiche. Raramente si procede ad affrontare i problemi in maniera sistematica e orientata alla teoria. Allo stesso modo, è spesso assente una riflessione approfondita e interdisciplinare sulle cause dei comportamenti inappropriati, sul ruolo e sulla funzione della polizia nella società e sull’operato della polizia. Per colmare queste lacune, la Ruhr-Universität Bochum propone il corso di studi di formazione continua «Kriminologie, Kriminalistik und Polizeiwissenschaft» (Criminologia, criminalistica e scienze di polizia) presentato in questa relazione.

     

    THOMAS FELTES (Ruhr-Universität Bochum)

    Thomas Feltes è giurista e sociologo; dal 2002 al 2019 ha occupato la cattedra di criminologia, politiche in materia di criminalità e scienze di polizia alla facoltà di giurisprudenza della Ruhr-Universität Bochum (RUB). Dal 1992 al 2002 è stato rettore della scuola universitaria di polizia nel Baden-Württemberg. Collabora da più di 35 anni in qualità di esperto internazionale con l’ONU, l’UE, il Consiglio d’Europa, Interpol, FBI, OSCE ecc. Nel 2005 ha fondato il corso di master «Kriminologie, Kriminalistik und Polizeiwissenschaft» (Criminologia, criminalistica e scienze di polizia) della facoltà di giurisprudenza della RUB. Dal 2006 al 2010 è stato membro del senato di fondazione della Deutsche Hochschule für Polizei (scuola universitaria tedesca per la polizia, DHPol). Nel 2018, dietro proposta del Governo federale, è stato nominato dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa nel Comitato per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), dove ha rappresentato la Germania fino al 2020. Feltes è curatore della Polizei-Newsletter, un servizio di informazione mensile sui temi della polizia e della criminologia, con più di 9000 abbonati.

    ASTRID KLUKKERT (Ruhr-Universität Bochum)

    Astrid Klukkert è una criminologa e geografa diplomata. Dal 2003 ad oggi ha lavorato come collaboratrice scientifica o collaboratrice indipendente presso la cattedra per criminologia, politiche in materia di criminalità e scienze di polizia alla RUB (dal 2019, cattedra per criminologia). Ha contribuito a diverse ricerche, ad esempio dell’Institut für Sicherheits- und Präventionsforschung (ISIP, Istituto per la ricerca in materia di sicurezza e prevenzione, Amburgo), della Stadtentwicklungsgesellschaft Hamburg (STEG, Società per lo sviluppo urbano di Amburgo), della Deutsche Forschungsgemeinschaft (DFG, Comunità tedesca di ricerca) e della RUB, su progetti come «Wirksamkeit technischer Einbruchsprävention bei Wohn- und Geschäftsobjekten» (Efficacia della prevenzione tecnica delle effrazioni nelle abitazioni e nei negozi) (RUB) e «Polizeigewalt – Police Use of Force» (Uso della forza da parte della polizia) (DFG/RUB). Dalla fondazione del corso di master «Kriminologie, Kriminalistik und Polizeiwissenschaft» (Criminologia, criminalistica e scienze di polizia) alla facoltà di giurisprudenza della RUB nel 2005, Astrid Klukkert lavora anche come docente e, dal 2015, come coordinatrice del corso di studi.

    L’EFFICACIA DELLA FORMAZIONE DI POLIZIA PER I POSTI DIRIGENZIALI IN FINLANDIA

    In Finlandia, l’efficacia della formazione di polizia viene esaminata nel dettaglio da almeno due decenni. La valutazione è stata più sistematica al primo livello di preparazione degli aspiranti di polizia (Bachelor of Police Services) rispetto al livello avanzato, volto a preparare alcune di queste persone a posti superiori presso la Polizia finlandese (Master of Police Services). In questa presentazione, Vesa Huotari espone alcuni insegnamenti tratti dai tentativi di definire concettualmente, capire metodologicamente e caratterizzare sostanzialmente l’efficacia della formazione dei quadri della Polizia finlandese. Poiché queste funzioni sono oggi ufficialmente aperte a qualsiasi persona titolare di un diploma di polizia o di un Bachelor of Police Services più un Master, il Police University College compete, per quanto riguarda la formazione superiore di polizia, con le altre università (forse offrendo agli agenti di polizia la possibilità di studiare più vicino al luogo dove abitano). Questo modifica in modo rilevante le condizioni per valutare l’efficacia della formazione dei quadri di polizia dispensata dal Police University College?

     

    VESA HUOTARI (Police University College of Finland)

    Dopo quindici anni di attività di ricerca presso l’Università di Tampere, Vesa Huotari ha lavorato per quindici anni come senior researcher presso il Police University College. In questa funzione, ha partecipato a lavori di ricerca e di indagine su una grande varietà di temi, tra cui la concezione di un sistema di valutazione a 360 gradi per i quadri di polizia, uno studio barometrico sul personale di polizia, lo sviluppo orizzontale delle carriere, uno studio sulle molestie sessuali nella formazione di polizia, la valutazione della parità di genere nella Polizia finlandese e altri progetti sull’utilizzo di simulazioni e sull’analisi di fattibilità della fusione delle scuole sotto al Ministero dell’Interno. Altri progetti riguardano il rafforzamento della sicurezza delle infrastrutture critiche e un’analisi della complessità delle operazioni della polizia della circolazione. La sua ultima pubblicazione, in lingua inglese e gratuitamente accessibile online, si intitola «Innovations and Innovativeness in the Police & Policing». Vesa Huotari è anche membro del consiglio consultivo internazionale dello Scottish Institute for Policing Research (SIPR) ed è coinvolto nelle attività della European Union Agency for Law Enforcement Training (CEPOL).

  • 16:00 – 16:20
    Pausa
  • 16:20 – 16:40
    RELAZIONE IL SERVIZIO DI RICERCA SCIENTIFICA DELLA POLIZIA CANTONALE DI BASILEA-CITTÀ – UN PONTE TRA TEORIA SCIENTIFICA E REALTÀ DEL LAVORO DI POLIZIA Bettina Frei
    16:20 – 16:40
    IL SERVIZIO DI RICERCA SCIENTIFICA DELLA POLIZIA CANTONALE DI BASILEA-CITTÀ – UN PONTE TRA TEORIA SCIENTIFICA E REALTÀ DEL LAVORO DI POLIZIA

    Il sempre più complesso lavoro di polizia richiede misure mirate e basate su dati empirici. Una possibilità di gestire in modo ottimale le sfide strategiche e operative consiste nella collaborazione tra scienza e mondo professionale. La Polizia cantonale Basilea-Città investe quindi sull’assistenza scientifica alla condotta: il settore Assistenza al comando è un centro di servizi amministrativo, strategico e organizzativo per la direzione della polizia. Creato nel 2018, il Servizio di ricerca scientifica si occupa di compiti scientifico-politici, con la missione di essere a disposizione della direzione della polizia (ad esempio per conoscenze interdisciplinari) con un ruolo consultivo, di definire basi strategiche e concettuali utili alla presa di decisioni nonché di analizzare i nuovi sviluppi scientifici e politici. L’obiettivo principale è preparare la ricerca scientifica per il lavoro di polizia, in modo che sia applicabile sul terreno. Ad esempio, in un progetto di ricerca sulla lotta alla violenza, si lavora all’elaborazione di un modello relativo alla violenza e specifico a Basilea, formulando raccomandazioni di misure pertinenti. Ciò dovrebbe permettere di lottare in modo ancora più efficace contro la violenza a Basilea.

     

    relatrice
    BETTINA FREI (Polizia cantonale di Basilea-Città)

    Bettina Anja Frei è attiva da ottobre 2019 nel Servizio di ricerca scientifica della Polizia cantonale Basilea-Città come relatrice specializzata nella lotta alla violenza. Questo posto è stato creato alla luce delle priorità fissate dal Consiglio di Stato ed è a tempo determinato, fino a settembre 2022. La posizione è condivisa con Joëlle Salathe (entrambe 50%). Bettina Frei ha ulteriori esperienze nel settore della lotta alla violenza in ambito non istituzionale, orientato alle vittime. È un’etnologa di formazione e ha concluso un dottorato all’Università di Basilea con tesi sulla migrazione e i nuovi media.

  • 16:40 – 17:00
    CONCLUSIONE E CHIUSURA Stefan Aegerter | Cyril Amberg
    16:40 – 17:00
    relatori
    STEFAN AEGERTER (Istituto Svizzero di Polizia)

    Stefan Aegerter ha concluso nel 2004 l’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo. Dopo essere stato impiegato come ufficiale di professione, nel 2016 ha integrato l’Istituto Svizzero di Polizia, a Neuchâtel, dove è vicedirettore dal 2020; fino a fine 2021 ricopre la carica di Direttore ad interim. Membro della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), è responsabile di progetto CGF 2020 e, ad esempio, siede nel comitato strategico del Geneva Center for Security Policy di Ginevra e nella direzione di progetto del DAS Modern Policing della Fachhochschule Nordwestschweiz (FHNW). È presidente delle commissioni d’esame nazionali «Agente di polizia con attestato professionale» e «Agente di polizia con diploma federale». Nello stato maggiore del Governo nazionale, occupa la funzione di sottocapo di stato maggiore della pianificazione con grado di colonnello.

    CYRIL AMBERG (Istituto Svizzero di Polizia)

    Cyril Amberg è attualmente membro della Direzione dell’Istituto Svizzero di Polizia (ISP), in cui è capo del settore «Ricerca, Insegnamento, CentreDoc, Servizio linguistico» dal 2020. Titolare di una licenza e di un diploma di studi approfonditi in relazioni internazionali (specializzazione: diritto internazionale) del Graduate Institute of International and Development Studies di Ginevra, a partire dal 2011 ha ricoperto diverse funzioni all’interno dell’ISP, dopo aver lavorato all’inizio della sua carriera negli ambiti della cooperazione internazionale e della traduzione. È inoltre caporedattore di format magazine - Rivista di formazione e di ricerca di polizia dal 2017; dal 2013 rappresenta l’Istituto all’interno dell’Assemblea generale della rete FRANCOPOL.

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