In futuro, per la formazione continua in ambito di sicurezza pubblica, l’Istituto Svizzero di Polizia (ISP) collaborerà con il Centro ginevrino per la politica di sicurezza (GCSP) e la Rete integrata Svizzera per la sicurezza (RSS). Si tratta di un passo importante in direzione di una migliore cooperazione tra gli organi di sicurezza nazionali. L’accordo che suggella il partenariato tra i tre organi è stato sottoscritto a fine ottobre ed entrerà in vigore il 1° gennaio 2021.
In tutto mondo, gli attori della sicurezza devono fronteggiare nuove sfide in società sempre più globalizzate e urbanizzate. Considerati le diverse tipologie di minacce e il contesto tecnologico in rapida evoluzione, è fondamentale comprendere la posta in gioco, mantenere una visione d’insieme e agire in modo interconnesso. Per riuscire a essere all’altezza delle aspettative, la formazione continua si rivela più che mai indispensabile; la Svizzera non è esente da questi sviluppi.
Gli attori della sicurezza del nostro Paese devono ampliare le proprie vedute e comprendere la sicurezza oltre i loro orizzonti quotidiani. La sicurezza, infatti, è pluridimensionale; i rischi che la contraddistinguono presentano numerose sfaccettature e mutano nello spazio e nel tempo.
La nuova collaborazione offre ai quadri superiori della polizia l’opportunità di aggiungere elementi importanti dell’approccio globale e interdisciplinare alle loro già eccellenti qualifiche e agli anni di esperienza sul campo nell’ambito della sicurezza. Stefan Blättler, presidente del Consiglio di fondazione dell’ISP, a questo proposito afferma: «Sapere come viene guidato e come funziona il nostro Paese in caso di crisi è fondamentale per comprendere le interazioni che intercorrono tra i vari organi di gestione delle crisi pubblici e privati». In questo modo i quadri dovranno poter identificare i problemi e valutare le situazioni in maniera ancora più efficace, tenendosi pronti all’eventualità di occupare posti decisionali all’interno delle istituzioni in cui lavorano.
Blättler si dice convinto che questo accordo sancisca l’inizio di qualcosa di estremamente importante. Infatti, per superare una crisi è determinante cominciare a prepararsi con largo anticipo: «Dobbiamo riuscire a creare un’organizzazione di crisi ben collaudata, che superi i livelli e le strutture federali e che abbia una visione professionale neutra. Occorre ampliare la rete permanente delle organizzazioni per i casi di crisi».
Christian Dussey, direttore del GCSP, accoglie con favore la nuova cooperazione, fortemente incentrata sul lavoro di rete: «Questa collaborazione consente al GCSP di allacciare nuovi contatti, di potenziare il dialogo e di accedere a preziose competenze e conoscenze». André Duvillard, delegato della RSS, è convinto che le attuali questioni legate alla sicurezza vadano affrontate congiuntamente: «I quadri dirigenti della Rete integrata per la sicurezza devono conoscere il ruolo e le competenze delle varie organizzazioni che la compongono».
In parallelo, nel quadro dell’accordo è stato costituito un comitato strategico di esperti per lo sviluppo permanente dei programmi. Il comitato è composto da:
Stefan Blättler, Christian Dussey e André Duvillard hanno risposto ad alcune domande sulla neonata collaborazione.
Cosa si aspetta dai corsi di formazione continua per i quadri superiori di polizia del Paese?
I nostri quadri superiori di polizia vantano qualifiche eccellenti e numerosi anni di esperienza sul campo. Il sistema federalista della Svizzera, caratterizzato dalla ripartizione di responsabilità e competenze, resta però complesso e alcune sue strutture sono complicate. L’offerta di formazione continua del GCSP apporterà elementi fondamentali all’approccio globale e interdisciplinare per le questioni legate alla sicurezza in Svizzera. Sapere come viene guidato e come funziona il nostro Paese in caso di crisi è fondamentale per comprendere le interazioni che intercorrono tra i vari organi di gestione delle crisi pubblici e privati. I corpi di polizia beneficiano a loro volta dell’ampliamento e dell’approfondimento di queste conoscenze.
Quali obiettivi concreti persegue con questo accordo? Che aspettative nutre nei confronti del GCSP?
Sviluppare e approfondire conoscenze, competenze e reti di contatti non è mai stato così importante. Ci attendiamo ovviamente che coloro che prenderanno parte ai corsi traggano beneficio dalle interazioni tra partecipanti e dalla presenza di formatori eccellenti. Dovranno poter identificare i problemi e valutare le situazioni in maniera ancora più efficace, tenendosi pronti all’eventualità di occupare posti decisionali all’interno delle istituzioni in cui lavorano.
Allo stesso tempo, per quanto riguarda la trasmissione del sapere, auspichiamo che le nuove forme di apprendimento e di insegnamento si rivelino interessanti anche per la nostra offerta formativa presso l’ISP e che possiamo imparare gli uni dagli altri. È opportuno conoscersi bene anche per prepararsi a eventuali crisi.
Secondo Lei, in materia di politica di sicurezza quali sfide principali dovrà affrontare la Svizzera nei decenni a venire? In che misura un accordo di collaborazione di questo tipo e l’offerta formativa proposta possono contribuire a rafforzare la resistenza del nostro Paese in materia di sicurezza interna di fronte alla molteplicità delle nuove minacce?
La gestione di una crisi comincia ben prima che quest’ultima esploda, pertanto la preparazione si rivela decisiva. A livello strutturale, quali sono i punti forti – ma anche le opportunità e i punti deboli – della gestione dei rischi e delle crisi in Svizzera? Come è possibile, in generale, ridurre al minimo le carenze nella preparazione e nella gestione delle crisi? Dobbiamo riuscire a creare un’organizzazione di crisi ben collaudata, che superi i livelli e le strutture federali e che abbia una visione professionale neutra. Occorre ampliare la rete permanente delle organizzazioni per i casi di crisi. Sono convinto che questa collaborazione ci permetterà di «aprire le danze». Se vogliamo migliorare il «prodotto sicurezza» dobbiamo sviluppare una rete ancora più efficiente per quanto riguarda la formazione di base e continua.
Centro di formazione di fama mondiale, il GCSP è anche una piattaforma di riflessione e dialogo sui principali temi attuali della politica di sicurezza della Svizzera. Perché offrire proprio in questo contesto percorsi formativi per i quadri superiori della sicurezza interna del nostro Paese? È compito del GCSP diventare una pedina dello scacchiere svizzero della formazione continua?
Il GCSP è stato fondato nel 1995 su iniziativa dell’ex consigliere federale Adolf Ogi. Da ormai 25 anni il Centro incarna il contributo svizzero alla pace e alla sicurezza, mettendo a disposizione dei decisori di tutto il mondo gli strumenti necessari per capire e gestire meglio la complessità delle questioni strategiche e internazionali. Il GCSP è stato concepito sulla base dell’ormai celebre corso di formazione «SIPOLEX». Questo programma fu creato subito dopo il Vertice di Ginevra del 1985, primo incontro tra il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e il segretario generale sovietico Mikhail Gorbaciov. Durava otto mesi e aveva l’obiettivo di sviluppare rapidamente le competenze del DMF (attuale DDPS) e del DFAE negli ambiti del disarmo e della sicurezza internazionale. Pertanto, il GCSP non poteva che tornare alle origini e consolidare la propria collaborazione con gli attori della sicurezza in Svizzera. Le incertezze sempre maggiori e la vulnerabilità della società di fronte ai rischi e alle minacce attuali e potenziali (pandemie, attacchi informatici, attentati terroristici, ecc.) ci costringono a potenziare fin da subito le nostre capacità di anticipazione, flessibilità e resilienza.
Cosa si aspetta da questi corsi formativi? A quali gruppi target sono rivolti?
Dobbiamo innanzitutto uscire dal nostro orticello. Nel nostro Paese gli aspetti legati alla sicurezza non riguardano solamente gli enti pubblici e le organizzazioni e gli attori a essi correlati. In questo ambito, anche il settore privato adempie a compiti importanti, a volte ignorati e spesso sottovalutati, eppure essenziali per la coerenza del panorama svizzero della sicurezza. Questi corsi formativi, rivolti ai quadri dirigenti, offrono a tutti la possibilità di approfondire le conoscenze nell’ambito della sicurezza, ma anche di ampliare la propria rete di relazioni personali in un Paese in cui gli attori della sicurezza si conoscono e dialogano ancora troppo poco.
Quale valore aggiunto apporta, sia al GCSP in generale sia ai corsi formativi nello specifico, questo accordo di collaborazione con l’ISP?
L’accordo crea un ponte diretto con uno degli attori principali nell’ambito della sicurezza interna del Paese: la polizia. Questa collaborazione consente al GCSP di allacciare nuovi contatti, di potenziare il dialogo e di accedere a preziose competenze e conoscenze. Contribuirà inoltre a far conoscere meglio il GCSP all’interno dei confini nazionali, soprattutto nella Svizzera tedesca; qui il GCSP potrà affermarsi organizzando alcuni eventi o interi corsi. Questo partenariato rappresenterà una ricchezza per i nostri corsi formativi e nel contempo garantirà che una buona percentuale di quadri di polizia partecipi alla formazione continua.
In Svizzera l’offerta di corsi di formazione continua in ambito di sicurezza è già ampia. Perché aderire a questa nuova offerta formativa? A quali necessità risponde?
Sì, è vero, le varie organizzazioni che operano nell’ambito della sicurezza offrono un’ampia offerta formativa, sia a livello tecnico che tattico e anche per quanto riguarda la gestione di eventi particolari. Tuttavia, le attuali questioni legate alla sicurezza vanno affrontate congiuntamente; ciò significa che i quadri dirigenti della Rete integrata per la sicurezza devono conoscere il ruolo e le competenze delle varie organizzazioni che la compongono. Ovviamente, il miglior modo per raggiungere tale obiettivo è quello di riunire questo tipo di formazione sotto un unico tetto, affinché l’approccio olistico non si concretizzi solamente a livello di contenuti, bensì anche nelle interazioni tra i partecipanti.
Secondo Lei, le carenze e la necessità d’intervento riscontrate sono riconducibili in primis a una mancanza di formazione o piuttosto a una scarsa collaborazione tra gli attori della sicurezza in Svizzera?
Personalmente credo che le carenze rilevate siano innanzitutto il risultato di una scarsa collaborazione. Alcuni Paesi hanno già adottato un approccio di questo tipo; in Svizzera, invece, ci si è limitati per troppo tempo al proprio orticello, sicuramente anche per via della struttura federalista e della ripartizione delle competenze tra la Confederazione e i Cantoni sancita dalla Costituzione federale. Il concetto elaborato della Rete integrata per la sicurezza è stato concretizzato con il Rapporto sulla politica di sicurezza 2010. La logica conseguenza è che venga attuato anche nell’ambito della formazione, seppur con nove anni di ritardo.
Di quali risorse e punti forti dispone il GCSP per contribuire a rendere efficiente la RSS? In futuro come potrebbe sfruttare ancora meglio questi punti forti a beneficio della sicurezza interna della Svizzera?
Il GCSP è stato fondato 25 anni fa su iniziativa della Confederazione e organizza corsi di formazione nell’ambito della politica internazionale di pace e di sicurezza. Si fa quindi ambasciatore di temi che superano i nostri confini nazionali. Questi aspetti risultano importanti anche quando ci occupiamo di questioni legate alla sicurezza interna, direi quasi che sono complementari tra loro. La crisi che stiamo attraversando ne è l’esempio più eloquente. In un mondo globalizzato come il nostro, il confine tra sicurezza interna e sicurezza esterna è estremamente labile. Pertanto, la collaborazione formalizzata tra GCSP, RSS e ISP rappresenta l’esempio perfetto dell’approccio interconnesso che dobbiamo adottare per reagire alle sfide attuali in materia di sicurezza.